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Napoli (da Wikipedia)
Fondata nell’VIII secolo a.C., fu tra le città egemoni della Magna Græcia,[4] grazie al rapporto privilegiato con Atene,[5] ed esercitò una notevole influenza commerciale, culturale e religiosa sulle popolazioni italiche circostanti[6] tanto da diventare il centro della filosofia epicurea in Italia. Dopo il crollo dell’Impero romano, nell’VIII secolo la città formò un ducato autonomo indipendente dall’Impero bizantino; in seguito, dal XIII secolo e per circa seicento anni, fu capitale del regno di Napoli. Divenuta capitale del Regno delle Due Sicilie sotto i Borbone, conobbe un lungo periodo di sviluppo socioeconomico culminato in una serie di primati civili e tecnologici[7][8] tra cui la costruzione della prima ferrovia in Italia.[9][10] Dopo l’annessione al Regno d’Italia soffrì di un sensibile declino[11] esteso anche a tutto il sud Italia.[12][13] Per motivi storici, artistici, politici ed ambientali è stata, dal IX secolo fino ad oggi, tra i principali centri di riferimento culturale d’Europa.[14][15][16]
Sede della Federico II, la più antica università statale d’Europa,[17] ospita altresì l’Orientale, la più antica università di studi sinologici ed orientalistici del continente[18] e la Nunziatella, una delle più antiche accademie militari al mondo, eletta patrimonio storico e culturale dei Paesi del Mediterraneo da parte dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo.[19] Luogo d’origine della lingua napoletana, ha esercitato ed esercita un forte ruolo in numerosi campi del sapere, della cultura e dell’immaginario collettivo a livello nazionale.
Punto focale dell’Umanesimo attraverso l’Accademia Pontaniana,[20] centro della filosofia naturalistica del rinascimento,[21] culla dell’illuminismo in Italia,[22] è stata lungamente un punto di riferimento globale per la musica classica e l’opera attraverso la scuola musicale napoletana,[23] dando tra l’altro origine all’opera buffa.[24] Città dall’imponente tradizione nel campo delle arti figurative, che affonda le proprie radici nella pittura pompeiana, ha dato luogo a movimenti architettonici e pittorici originali, quali il rinascimento[25][26] e il barocco napoletano,[27] il caravaggismo,[28] la scuola di Posillipo[29] ed il Liberty napoletano,[30] nonché ad arti minori ma di rilevanza internazionale, quali la porcellana di Capodimonte[31] ed il presepe napoletano.[32] È all’origine di una forma distintiva di teatro,[33] di una canzone di fama mondiale[34] e di una peculiare tradizione culinaria[35]che comprende alimenti che assumono il ruolo di icone globali, come la pizza napoletana.[36]
Nel 1995 il centro storico di Napoli, il più vasto d’Europa, è stato riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio mondiale dell’umanità.[37] Nel 1997 l’apparato vulcanico Somma–Vesuvio è stato eletto dalla stessa agenzia internazionale (con il vicino Miglio d’Oro, in cui ricadono anche i quartieri napoletani di San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli) tra le riserve mondiali della biosfera.[38]
Pompei (da Wikipedia)
Pompei, in latino Pompeii e in napoletano Pumpeie ha origini antiche quanto quelle di Roma: una migrazione di abitanti dalla Valle del Sarno, discendenti dai famosi Pelasgi, formò un primitivo insediamento ai piedi delVesuvio: forse non un abitato vero e proprio, più probabilmente un piccolo agglomerato posto all’incrocio di tre importanti strade, ricalcate in epoca storica dalle vie provenienti da Cuma, Nola, Stabia e da Nocera.
Passaggio obbligato tra nord e sud, Pompei divenne preda per i potenti stati confinanti. Fu conquistata una prima volta dalla colonia di Cuma tra il 525 e il 474 a.C. Strabone riporta che Pompei fu unita alla dodecapoli (l’insieme delle dodici città etrusche più importanti) sotto il controllo di Nuvkrinum, notizia che alla luce dei recenti scavi diventa sempre più attendibile. Nell’area del tempio d’Apollo e presso le Terme Stabiane sono stati rinvenuti numerosi frammenti di bucchero, alcuni con iscrizioni nucerine in grafite; sempre nella zona delle Terme, inoltre, è venuta alla luce una necropoli del VI secolo a.C.
Le prime tracce di un centro importante risalgono al VI secolo a.C., anche se in questo periodo la città, ancora piuttosto piccola, sembra ancora un’aggregazione di edifici piuttosto disordinata e spontanea.
La battaglia persa dagli Etruschi nelle acque di fronte a Cuma contro Cumani e Siracusani (metà del V secolo a.C.) portò Pompei sotto l’egemonia dei sapniti. La città aderì alla Lega nucerina, una confederazione che comprendeva Nuceria Alfaterna, Ercolano, Stabia e Sorrento, e utilizzò l’alfabeto nucerino che si basava su quello greco e su quello etrusco. Probabilmente risale a questo periodo la fortificazione dell’intero altopiano con una cerchia di mura di tufo che racchiudeva oltre sessanta ettari, anche se la città vera e propria non raggiungeva i dieci ettari d’estensione.
Fu ostile ai Romani durante le guerre sannitiche. Una volta sconfitta, divenne alleata di Roma come socia dell’Urbe, conservando un’autonomia linguistica e istituzionale. È del IV secolo a.C. il primo regolare impianto urbanistico della città che, intorno al 300 a.C., fu munita di una nuova fortificazione in calcare del Sarno.
Durante la seconda guerra punica Pompei, ancora sotto il controllo di Nuceria Alfaterna, rimase fedele a Roma al contrario di Capua e di molte altre città campane, e poté così conservare una parziale indipendenza.
Nel II secolo a.C. la coltivazione intensiva della terra e la conseguente massiccia esportazione di olio e vino portarono ricchezza e un alto tenore di vita: basterebbe ricordare il pregio di alcuni edifici e il loro lussuoso arredamento. La Casa del Fauno, ad esempio, può rivaleggiare in ampiezza (quasi 3000 m²) persino con le più famose dimore reali ellenistiche.
Allo scoppio della guerra sociale (91 a.C.) Pompei fu ostile a Roma, ma fu impossibile resistere alla sua forza militare: nell’89 a.C. Silla, dopo aver fatto capitolare Stabia, partì alla volta di Pompei, che tentò una strenua difesa rinforzando le mura cittadine e avvalendosi dell’aiuto di un gruppo di celti capitanati da Lucio Cluenzio. Ogni tentativo di resistenza risultò vano e ben presto la città cadde ma, grazie all’appartenenza alla lega nucerina, ottenne la cittadinanza romana e fu inserita nella Gens Menenia.
Nell’80 a.C. entrò definitivamente nell’orbita di Roma e Silla vi trasferì un gruppo di veterani nella Colonia Venerea Pompeianorum Sillana. L’assegnazione di terre ai veterani avvenne a danno delle gentes che avevano più aspramente avversato Silla. Ciò nonostante, le vicende politiche e militari non influirono in maniera determinante sul benessere e sull’intraprendenza commerciale dei pompeiani, volta soprattutto all’esportazione dei vini campani che interessava zone anche molto remote. Per la salubrità del clima e l’amenità del paesaggio la città e i suoi dintorni costituirono anche un piacevole luogo di villeggiatura per alcuni ricchi Romani, e ancheCicerone aveva un suo fondo.
Le fonti sono piuttosto avare di notizie sulla vita di Pompei nella prima età imperiale. Solo Tacito ricorda la rissa tra Nucerini e Pompeiani del 59 d.C. nell’anfiteatro di Pompei, che spinse i consoli a proibire per dieci anni ogni forma di spettacolo gladiatorio[3].
Il 5 febbraio del 62 d. C. la città venne poi colpita da un forte terremoto.