Ecco un altro dei nostri viaggi organizzati in auto gran comfort: il Tour di Viterbo e le Terme dei Papi, tra arte e tradizione etrusca e il benessere e relax delle antiche Terme dei Papi.

Viterbo (da Wikipedia)

Viterbo (in dialetto viterbese Vetèrbe[2]) è un comune italiano di 67.237 abitanti capoluogo dell’omonima provincia nel Lazio settentrionale, o Alto Lazio.

La città ha antiche origini (si ritiene che Viterbo derivi dal latino Vetus Urbs, cioè Città Vecchia[3]) ed ha un vasto centro storico medioevale – con alcuni quartieri ben conservati – cinto da mura e circondato da quartieri moderni, tranne che ad ovest, dove si estendono zone archeologiche e termali (necropoli di Castel d’Asso, sorgente del Bullicame). Viterbo è storicamente nota come la Città dei Papi: nel XIII secolo fu infatti sede pontificia e per circa 24 anni il Palazzo Papale ospitò o vi furono eletti vari Papi. Papa Alessandro IV decise nel 1257 il trasferimento della Curia Papale nella città a causa del clima ostile presente a Roma; il soggiorno papale durò, salvo brevi interruzioni, fino a quando papa Martino IV, appena eletto (22 febbraio 1281), allontanò definitivamente la corte pontificia da Viterbo.

La città è famosa per il trasporto della Macchina di Santa Rosa, tradizionale e spettacolare manifestazione che si svolge ogni anno la sera del 3 settembre, in onore della Santa patrona: una struttura illuminata, alta 30 metri e del peso di 52 quintali, viene portata a spalla da cento uomini, i Facchini di Santa Rosa, per le vie abbuiate della città. Nel 2013 la Macchina è stata inserita dall’UNESCO tra i Patrimoni immateriali dell’Umanità.

A Viterbo hanno sede l’Università della Tuscia, istituita il 18 aprile 1979, il comando nazionale dell’Aviazione dell’Esercito, la Scuola Sottufficiali dell’Esercito e la Scuola Marescialli dell’Aeronautica Militare.

Terme dei Papi (da termedeipapi.it)

Quando i Romani, all’inizio del III sec. a.C., guidati dal console Quinto Fabio Rulliano, superarono le vette del Cimino, trovarono centri popolati sparsi per le valli
dell’Etruria: Castel D’Asso, Cordigliano, Musarna, Surrena, Ferento. Dal borgo etrusco di Surrena, l’odierna Viterbo, sulla collina del Duomo, si dipartiva una via
che puntava verso il Piano dei Bagni, dove le acque termali erano già largamente usate a scopo terapeutico e non solo. L’esercito romano distrusse i centri etruschi,
ma fece tesoro della straordinaria civiltà etrusca che aveva lasciato l’impronta di una cultura termale raffinata; per questo motivo i bagni mantennero il nome di Terme
Etrusche, fino ai tempi dell’Impero.